Tram Filobus e Metropolitana a
Torino
Una lunga storia delle reti di trasporto a impianto fisso
NEWS: Aggiornata a luglio 2019 la tabella e la mappa delle reti tranviarie europee:
i dati e le foto di tutte le 233 città europee dotate di una rete tranviaria, da
Aarhus a
Zwickau.
Aggiornata a dicembre 2020 la bibliografia sui tram di Torino: 38 titoli presenti dall'anno 1876 al 2020
Oltre 140 anni fa venivano posati i primi impianti fissi per la prima
linea tranviaria a cavalli di Torino, che collegava piazza Castello con
la Barriera di Nizza, l’odierna piazza Carducci. Da allora il tram a Torino è stata una presenza fissa.
Quattro libri raccontano
questi 140 anni di storia:
"Linee tranviarie
a Torino", incentrato sullo sviluppo della rete tranviaria dalla
Sbt al Gtt;
"Torino Tram Filobus Metro" che,
oltre ad approfondire la storia delle linee tranviarie, estende il suo
ambito a filobus e metropolitana, arricchendone la trattazione con una
vastissima documentazione fotografica;
"Filobus
a Torino" che racconta nel dettaglio l'evoluzione della rete
filoviaria torinese corredandola di una ricchissima raccolta di immagini per lo più inedite; e infine
"Il tram va alla guerra"
che approfondisce le vicissitudini della rete tranviaria torinese durante l'ultimo conflitto mondiale, inquadrandole nella storia della città devastata dai bombardamenti.
Torino Tram Filobus Metro
Filobus a Torino
Dagli ultimi anni dell'Ottocento, fino alla metà del Novecento,
l’espansione della rete tranviaria, che arrivò a coprire l’intero
territorio cittadino, fu pressoché continua, all’inizio per opera di
società private in concorrenza tra loro (Sbt, Stt e Saeai) e
successivamente per iniziativa del Comune con l’Atm. Di pari passo fu
costruita la rete tranviaria extraurbana che collegava Torino con
località del circondario come Moncalieri, Chivasso o Venaria, ma si
estendeva fino a paesi distanti decine di chilometri dal capoluogo,
come Pinerolo e Saluzzo.
Tra le prime città al mondo, agli albori del Novecento, Torino vide la
sperimentazione di un mezzo che nel capoluogo subalpino non avrebbe
mai riscosso grande successo, il filobus.
Nel secondo dopoguerra, mentre questo mezzo conosceva un effimero
periodo di espansione, la concorrenza degli autobus e della
motorizzazione privata portò alla chiusura definitiva della rete
tranviaria extraurbana, mentre quella cittadina subì un pesante
ridimensionamento che proseguì fino alla fine degli anni Sessanta
quando sembrava che anche a Torino il tram fosse destinato, come nella
maggior parte delle altre città italiane, a essere sostituito dai
mezzi su gomma.
Linee tranviarie a Torino
La rete tranviaria fu salvata, forse,
dalla crisi petrolifera del 1973, non tanto per motivazioni
sostanziali (le centrali idroelettriche garantivano solo una piccola
percentuale del fabbisogno elettrico del paese), quanto perché per la
prima volta la società percepì i possibili limiti di uno sviluppo fino
a quel momento vissuto in modo acritico.
In quest’ottica il tram non era più
il mezzo legato al passato, ma una scelta che poteva essere ancora
valida, anche sotto l’aspetto ecologico, nelle città permeate dallo
smog. Gli anni Ottanta videro il ridisegno completo della rete dei trasporti
cittadini e la definitiva chiusura di ciò che rimaneva della rete
filoviaria. La nuova rete fu messa in esercizio tra molte difficoltà e
il prospettato rilancio della rete tranviaria in realtà non avvenne.
Il tram va alla guerra
L’unica eccezione riguardò la linea 3 che collegò col centro il
quartiere Vallette sorto negli anni Sessanta, al momento della massima
espansione della città.
Gli ultimi anni hanno visto luci e ombre sulla rete dei tram a Torino: a
fronte di un’ulteriore contrazione nel numero di linee (ormai ridotte
a otto, alcune delle quali oltretutto limitate), è stata ammodernata e
prolungata la linea 4 che congiunge ora Mirafiori con la Falchera; dopo un’attesa di oltre
quaranta anni è stata inoltre inaugurata, in occasione delle Olimpiadi
invernali di Torino, la prima linea di metropolitana, inizialmente da
Collegno a Porta Susa, per essere poi prolungata, dapprima a Porta
Nuova, in un secondo tempo al Lingotto e in prospettiva fino al
confine comunale in piazza Bengasi.