Edizioni ETR - Salò
ISBN 978-88-85068-38-4
288 pagine in grande formato su carta patinata, 178 fotografie, 33 figure - 35,00 €
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La rete tranviaria Sbt-Stt. A partire dal 1872 la Société Belge-turinoise des Tramways (Sbt) e la Società Torinese di Tramways e ferrovie economiche (Stt) ottengono le concessioni di alcune linee tranviarie in ambito urbano; le due società, dapprima in concorrenza e successivamente in collaborazione, danno vita alla prima rete tranviaria di Torino. La rete, inizialmente a cavalli, viene elettrificata negli anni intorno al 1900, per essere poi assorbita, nel 1922, dall’Azienda Tranviaria Municipale (Atm) che ne riscatta le concessioni.
La rete tranviaria Saeai-Atm. Nel 1897 un terzo soggetto si affaccia sulla scena tranviaria torinese: si tratta della Società Anonima Elettricità Alta Italia (Saeai), che ottiene le concessioni per sei nuove linee a trazione elettrica. Nel 1906 il Comune di Torino delibera il riscatto di tale rete e dà origine all’Atm che si espande impetuosamente fino allo scoppio della I guerra mondiale. Negli anni Venti anche la rete Sbt-Stt viene riscattata, dando origine ad una rete unificata, capillare e razionale. Superato il periodo bellico, l’espansione tumultuosa della città negli anni Cinquanta e Sessanta mette in crisi la rete tranviaria che viene pesantemente ridimensionata e rischia anche la soppressione a favore delle nuove e più flessibili linee automobilistiche.
La
rete tranviaria Atm-Gtt. Nel 1982 nasce una
nuova rete, impostata in base allo studio dei flussi di traffico, che
sostituisce la preesistente. Sulla carta si prevedono cinque
linee interamente protette più otto linee tradizionali; in realtà se ne
attivano una decina complessivamente.
Il passaggio al nuovo secolo per la rete tranviaria cittadina avviene
tra luci e ombre: a fronte di un paio di linee che vengono soppresse
nasce la prima linea di metropolitana, mentre quartieri periferici come
Mirafiori Sud e la Falchera vedono il prolungamento di una linea
tranviaria.
La rete tranviaria extraurbana e la Sassi-Superga. Intorno al 1880 diverse società ottengono la concessione di linee tranviarie a vapore che collegano Torino con località del circondario come Moncalieri o Venaria, ma anche con comuni molto più distanti come Pinerolo o Saluzzo. Nei primi decenni del Novecento le linee vengono rimodernate ed elettrificate e, alcune di esse, passano alla gestione comunale attraverso la Satti. La difficile coesistenza col traffico automobilistico fa sì che nessuna di esse sopravviva però oltre gli anni Cinquanta.
La rete filoviaria. Per quanto a Torino la rete filoviaria rimanga sempre marginale rispetto alla rete tranviaria prima e a quella automobilistica poi, nel 1902 il capoluogo subalpino è una delle prime città al mondo a vedere la sperimentazione di un filobus lungo le proprie strade. La rete filoviaria torinese raggiunge la massima estensione a metà degli anni Cinquanta, con cinque linee urbane e due suburbane; da quel momento inizia anche il suo declino che si conclude nel 1980 con la trasformazione in automobilistica dell'ultima linea filoviaria rimasta.
La storia della metropolitana di Torino è una lunga sequenza di progetti, esperimenti, ripensamenti e addirittura leggende metropolitane. Ma è solo nel nuovo millennio che finalmente viene inaugurata, in occasione delle olimpiadi invernali del 2006, la prima metropolitana automatica in Italia sul percorso della linea 1 tranviaria. Viene apprezzata in breve tempo senza riserve dai torinesi: un'inchiesta di Altroconsumo sui trasporti pubblici pubblicata a settembre 2010 le assegna un grado di soddisfazione da parte degli utenti pari a 83 su 100, assegnandole di gran lunga la palma di migliore metropolitana d'Italia.