I tram di Torino

Il tram va alla guerra

Torino e i suoi trasporti urbani nel secondo conflitto mondiale

Il 10 giugno 1940, con l'annuncio di Benito Mussolini dal balcone di piazza Venezia, l’Italia entra ufficialmente in guerra a fianco della Germania nazista. Appena due giorni dopo la città di Torino viene bombardata per la prima volta con bombe di piccolo calibro che causano danni contenuti e un limitato numero di vittime. Fino all’autunno del 1942
Foto archivio storico Gtt ©
1942: la nuovissima motrice 3001 in prova in collina lungo viale Thovez
sono quattordici le incursioni aeree che si susseguono sul capoluogo subalpino e anche queste non causano particolari danni, dando ai suoi abitanti la falsa illusione di poter continuare a vivere una vita pressoché normale. In realtà nei primi due anni di guerra le forze alleate sono impegnate principalmente a cercare di arginare l’avanzata tedesca nel nord Europa e quindi il fronte meridionale è considerato marginale. La situazione cambia verso la fine del 1942, quando la controffensiva costringe la Germania a ripiegare: lo scenario italiano diventa allora strategico, anche in vista dello sbarco alleato, e da quel momento inizia una serie di pesantissimi bombardamenti su Torino che causano ingenti distruzioni.
Il tram va alla guerra
ISBN 978-88-942420-0-3
Il tram va alla guerra
Il video completo su Torino web TV ©
Il tram va alla guerra

di Simone Schiavi, con un racconto inedito di Enrico Pandiani e un saggio di Antonio Accattatis

Edito da Atts Associazione Torinese Tram Storici

ISBN 978-88-942420-0-3

108 pagine in formato album su carta patinata, 86 fotografie in bianco e nero, 18 €

È possibile ordinare il libro presso le principali librerie on-line. Disponibile presso gli stand ATTS durante le manifestazioni


Le bombe che colpiscono la città determinano gravissime difficoltà anche al servizio tranviario per i danni causati sia al materiale rotabile sia alla rete. Dopo ogni incursione aerea
Foto archivio storico Gtt ©
Giardini reali: bombardamento del 13 luglio 1943
e nell’attesa degli interventi di ripristino, effettuati con ammirabile tempestività, vengono istituite temporanee deviazioni o limitazioni di percorso per assicurare in qualche modo la continuità di esercizio. Ai danni subiti dai bombardamenti si aggiungono le requisizioni del Comando tedesco che trasferisce in Germania ventiquattro vetture tranviarie, una dozzina della serie 101÷150 e una dozzina della serie 701÷720, impiegate in servizio merci e passeggeri a Monaco di Baviera.

Il primo marzo 1944, mentre è in corso l'offensiva dei tedeschi e dei combattenti della RSI contro le formazioni partigiane, viene proclamato lo sciopero generale in tutta l'Italia occupata. In questo modo i tedeschi vengono obbligati a spostare le forze verso i grandi centri industriali, alleggerendo la pressione sulle unità partigiane. Lo sciopero generale preparato durante alcuni mesi di lavoro, riesce in modo superiore alle aspettative e diventa il più vasto movimento di massa che abbia avuto luogo in Europa durante la guerra, nei territori occupati dai tedeschi.
Anche se nessuna delle rivendicazioni economiche viene ottenuta, lo sciopero segna comunque un grande successo per i lavoratori e una dura sconfitta per i fascisti: per una settimana la produzione bellica in tutta l'Italia del nord viene bloccata e, come gli scioperi di un anno prima avevano segnato l'approssimarsi della fine del fascismo, questo sciopero diventa la prova generale del 25 aprile 1945.

I problemi per la rete tranviaria torinese non cessano però con la fine dei bombardamenti: la scarsità di energia elettrica disponibile fa sì che dall’8 settembre 1944 la circolazione tranviaria venga limitata alle sole fasce orarie del mattino e della sera. Limitazioni e soppressioni di linee, correlate alla poca disponibilità di energia, si protrarranno ben oltre la fine della guerra
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Piazza Vittorio Veneto negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra
, fino ai primi mesi del 1947. Durante gli ultimi giorni prima della liberazione il caos è assoluto in una città occupata dai Tedeschi e amministrata dai fascisti, ma tenuta sotto scacco dalle azioni di guerriglia condotte dai partigiani. Il 18 aprile 1945 uno sciopero generale propedeutico all’insurrezione contro le forze nazi-fasciste paralizza la città. Durante lo sciopero un tram si rovescia tra via Nizza e via Valperga Caluso, all’imbocco del cavalcavia, per l’inettitudine di un milite fascista che si improvvisa manovratore. L’insurrezione del 25 aprile contro le forze nazifasciste porta alla definitiva liberazione di Torino. Il 28 aprile Giovanni Roveda, uno tra i fondatori del partito comunista italiano, che aveva scontato diciassette anni tra carceri e confino durante il ventennio, viene nominato sindaco della città dal Comitato di Liberazione Nazionale.

Il libro di Simone Schiavi racconta la storia della città di Torino durante i drammatici anni della guerra, seguendo, con un saggio di Antonio Accattatis, anche l'evoluzione del servizio tranviario, tra bombardamenti e sabotaggi. Le illustrazioni a corredo del volume, provenienti dall'Archivio Storico del Comune e da quello di Gtt, oltre che da collezioni private, sono in gran parte inedite. Apre il libro un racconto inedito di Enrico Pandiani, noto giallista torinese di fama internazionale: due donne, assunte dall'Atm come manovratrice e bigliettaia in sostituzione degli uomini mandati al fronte, si trovano col loro tram nel mezzo di un bombardamento. Partendo da questo spunto il racconto si dipana mostrando una serie di immagini vivide e intense, che avvolgono il lettore nella cupa atmosfera della seconda guerra mondiale.